L’opera, realizzata da Walls e promossa dall’Associazione Punto di Svista, fonda l’impianto compositivo sulla geolocalizzazione del racconto tra “Quadraro, Vigne e Tor Pignattara”.

L’attenzione al locale, la committenza dal basso e la narrazione popolare connotano l’opera come il primo esempio di mural di comunità.

La narrazione per immagini mescola personaggi popolari e quotidiani, con un paesaggio reale ma evocativo, oltre a una simbologia (gli esagoni e le vespe) che rimandano al Nido di Vespe e alla memoria della resistenza partigiana, che accomuna con declinazioni diverse le aree geografiche rappresentante sul muro.

Dopo le prime polemiche sulla presunta dimensione funerea dell’opera, pian piano il mural di Walls si è imposto come un omaggio ad una memoria collettiva, non legata a “grandi simboli” ma a una quotidianità di affetti, relazioni, impegno e senso di appartenenza

Produzione. Associazione Punto di Svista
Curatela: Walls

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Largo Raffaele Pettazzoni

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