L’Ecomuseo Casilino si estende da Porta Maggiore (verso il centro) a via Tor de’ Schiavi, dal Parco archeologico di Centocelle (fronte via Casilina) fino a Villa Gordiani (fronte via Prenestina).

Quest’area include l’intero “Comprensorio Casilino[1]“, a cui si aggiunge il Comprensorio di Centocelle, l’area dell’ex Snia Viscosa e inoltre le aree di continuità geologicamente e morfologicamente contigue. Questa perimetrazione include l’intero quartiere Prenestino-Labicano, parte dei quartieri Tuscolano, Collatino, Prenestino-Centocelle e le suddivisioni urbanistiche 6A (Tor Pignattara), 6B (Casilino), 6C (Quadraro), 6D (Gordiani), 7A (Centocelle).

Questo perimetro si sovrappone quasi integralmente all’area del comprensorio archeologico “Ad duas lauros[2]“, dal nome dell’antico praedium (tenuta) di epoca imperiale, almeno nella parte compresa fra la Basilica di Santa Croce in Gerusalemme, Porta Maggiore, via Prenestina e via Casilina. Secondo fonti antiche (Liber Pontificalis – 314 d. C.) quest’area si estendeva infatti dalla porta Sessoriana fino al terzo miglio dell’antica via Labicana.

Vi sono conservate aree che mantengono l’aspetto dell’Agro Romano antico, come il Parco archeologico di Centocelle, Villa De Sanctis, il parco Somaini, il Parco delle Energie, il Parco Pier Paolo Pasolini, il parco di Villa Gordiani. Nel territorio sono presenti anche altre aree verdi (il fondo di Villa Sudrié e Mangoni, il prato di via Maddaloni, l’area verde esterna a Villa De Sanctis) che però non sono nella disponibilità pubblica.

La perimetrazione si è basata sia sulle fonti ufficiali che sulla memoria collettiva, le fonti orali e la “conoscenza” locale.

Il territorio è stato suddiviso in aree omogenee:

La perimetrazione dell’Ecomuseo Casilino è frutto di un processo partecipato con le comunità locali per il riconoscimento dei “confini” di uno spazio comunemente intesto come “casa” (l’Oikòs da cui deriva il prefisso “Eco” del nome).

Il processo è partito ovviamente facendo riferimento allo stato di fatto della configurazione urbanistica del Municipio Roma 5 ed in particolare la sua suddivisione in quartieri e in aree urbane. Lo studio delle fonti, le interviste, i laboratori che sono seguiti a questa primissima fase di definizione hanno confermato il sostanziale riconoscimento dell’area che va da Porta Maggiore a Viale Togliatti e dalla Via Prenestina alla Via Tuscolana, come uno spazio omogeneo per chi vi risiede. Pur nelle differenze la maggior parte dei cittadini hanno riconosciuto una contiguità spaziale e ideale fra le diverse aree urbane e i diversi quartieri, testimoniato dal naturale processo di “espansione” del confine: chi vive a Tor Pignattara tende ad estendere i confini fino a Largo Preneste, chi vive al Pigneto tende ad includervi anche l’area della Marranella, chi vive a Centocelle tende a considerare l’area del Casilino un’area contigua, chi vive al Quadraro vede l’area delle Vigne Alessandrine come “propria”.

Questo mescolamento dei confini ricalca una sostanziale contiguità morfologica dell’area e uno continuità di paesaggio che viene riconosciuta dal Decreto del Ministero dei Beni Culturali ed Ambientali del 21 ottobre 1995, G.U. 20 febbraio 1996 nº 36 che individua un’area estesa e la denomina come Comprensorio Archeologico Ad Duas Lauros. Tale area è, fra l’altro, perimetrata puntualmente dal PTPR della Regione Lazio, che imposta un vincolo paesaggistico e archeologico (adottato dalla giunta con atti nº 556 del 25/07/2007 e nº 1025 del 21/12/2007 ai sensi dell’art. 21,22,23 della legge Regionale sul paesaggio nº24/98) su tutta l’area.

Come già detto l’Ecomuseo Casilino ricalca i confini di questo Comprensorio Archeologico Ad Duas Lauros e li estende proprio in ragione del senso o meno di appartenenza ad una “casa” comune, ad un patrimonio “comune”. Per tale motivo, rispetto al perimetro del DM/1995, il perimetro include anche aree come quella dell’Ex Snia Viscosa, della Stazione Prenestina, del Quadraro Vecchio oltre a includere tutto il Comprensorio di Centocelle.