MURO RICOPERTO

Malo Farfan è un’artista autodidatta, proveniente da Città del Messico. Nasce come writer ma, successivamente, si appassiona al disegno pittorico.
Il suo percorso artistico lo porta in Italia per conoscere e ammirare da vicino le opere dei grandi maestri dell’Arte, come Michelangelo, Caravaggio e molti altri. Durante la sua permanenza nella Città Eterna entra in contatto con il progetto community specific chiamato M.U.Ro. e immediatamente decide di aderirvi.

Dopo un’intensa e proficua chiacchierata con David “Diavù” Vecchiato (art director e ideatore del progetto) e lo staff di MURo e, dopo aver visitato il quartiere Quadraro, Farfan si mette subito all’opera.

Su uno sfondo giallo, disegna le due surreali figure protagoniste del murale. Entrambe hanno la testa di gazzelle messicane ed il corpo umano. Ma ci sono alcune differenze tra le due, non solo negli abiti che portano, tipici della tradizione messicana. La figura di sinistra è, a tutti gli effetti, un animale vivente mentre quella al suo fianco ha un teschio al posto della testa che simboleggia la morte. Se si osserva bene il murale, si possono scorgere anche altre differenze: il personaggio sulla sinistra sembra possedere tutte le caratteristiche di un essere femminile mentre l’altro appartiene alla categoria maschile, essendo dotato di corna molto più lunghe.

Con queste due figure Malo Farfan ha voluto raccontare la dolorosa storia del rastrellamento avvenuto al Quadraro nel 1944. La storia ci ricorda che le donne furono le uniche a sopravvivere a quella immane tragedia mentre gli uomini furono deportati, lontani dai loro affetti e quasi tutti deceduti nei campi di lavoro o di prigionia nazista.

Questo è un murale dal grande impatto simbolico, ma capace di parlare del quartiere e delle sue storie.

L’artista messicano ha inserito anche uno splendido e sorgente sole dorato con lo spray a simboleggiare la rinascita di questo quartiere di Roma, anche grazie alla street art. In ultimo sono state aggiunte le due braccia, ai lati delle figure, tese a consolare in un abbraccio tutti coloro che nel quartiere hanno dovuto subire la follia della guerra, ma anche tutti quelli che, durante i giorni di lavorazione, lo hanno sostenuto e incoraggiato.

Anno: 2012
Tecnica: acrilico su muro

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