Sul lato della ferrovia Roma-Napoli da via di Torpignattara si sviluppa un’area distinta nota con il doppio nome di “Borghetto degli Angeli” e di “Villa Certosa”. In realtà si trattava in passato di due aree diverse, una a ridosso dell’attuale Via degli Angeli e l’altra a ridosso della Villa oggi convento delle suore di Madre Teresa di Calcutta.

L’edicola sacra della Madonna Immacolata, costruita nel 1951, può essere considerata un punto di ingresso dal lato di Via di Torpignattara nel “borghetto degli Angeli”, nome che appare come toponimo nella stessa targa apposta sull’edicola, che riprende il nome dalla omonima Via degli Angeli. Il termine Villa Certosa deve invece il suo nome ad una villa del XVIII secolo sovrastante la via Casilina che divenne sede dei Frati Certosini (da qui il nome Villa Certosa). L’area circostante la villa era coltivata a vigna e orti e nel 1800 divenne di proprietà della famiglia Ojetti.

Negli anni Venti l’area venne lottizzata al di fuori del Piano Regolatore del 1909 ed edificata in modo spontaneo da muratori, manovali e persone provenienti da varie regioni d’Italia, come Marche, Umbria, Emilia Romagna, ma anche da paesi limitrofi del Lazio come Capranica Prenestina e Zagarolo.

Oltre l’Edicola della Madonna Immacolata c’è il ponte della ferrovia, il quale oggi segna una linea di confine amministrativo tra il Municipio V e il Municipio VII. L’Edicola, sempre arricchita di fiori e piante, è stata dagli abitanti stessi rivista nel suo iniziale allestimento, per ragioni pratiche: è stata infatti circondata da specchi, utili per la sicurezza della circolazione automobilistica, operazione di “messa in sicurezza” della viabilità a cui gli abitanti hanno provveduto in assenza di intervento degli operatori comunali ufficiali.

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