Tra le vie Casilina e Prenestina e lungo la linea ferroviaria Roma – Cassino è possibile ancora oggi ritrovare, nel paesaggio urbano, i luoghi di lavoro degli addetti ai servizi pubblici del comune di Roma. A ridosso dello scalo ferroviario San Lorenzo e appena fuori Porta Maggiore, nei mesi dell’occupazione nazifascista della città erano attivi il deposito e le officine meccaniche dell’Azienda Tramvie e Autobus del Governatorato di Roma, Atag – in via Prenestina e la stazione del tram Roma – Fiuggi a Centocelle – della Nettezza Urbana – in via Casilina Vecchia –  nonchè molte fabbriche alimentariSocietà Pastifici e Molini Michele Pantanella,  in via Casilina –  e chimicheIstituto farmaceutico Serono, in via Casilina, Stabilimento Snia Viscosa a Largo Preneste. Migliaia di lavoratori e lavoratrici, decine e decine di famiglie che abitavano nei quartieri del Pigneto, Tor Pignattara, Quadraro, Centocelle.

Alcune targhe disseminate in questi quartieri e nelle sedi di lavoro (interno dei depositi Atac in via Prenestina n°42 e 45, interno della stazione tram di Centocelle in via Casilina) ricordano ancora oggi i nomi di quegli addetti ai servizi pubblici che operarono per sabotare, nascondere, trasportare, sottrarre alla deportazione e soccorrere la popolazione di Roma. Ad essi si affiancano le decine di operai e impiegati morti sotto i bombardamenti e i mitragliamenti del 19 luglio e del 13 agosto 1943 e delle altre incursioni aeree avvenute nel corso dei nove mesi di occupazione.

Un mosaico dedicato agli operai e impiegati dei servizi pubblici di Roma

All’angolo tra via Macerata e piazzale Prenestino si trova la targa voluta dall’Associazione nazionale partigiani d’Italia, con i nomi dei 21 partigiani uccisi in differenti eventi. Non è stato possibile ritrovare le notizie biografiche di tutti i nominati nell’elenco, né è stato ancora possibile capire quanti di essi abitassero nei quartieri della zona. Condannati a morte per fucilazione e uccisi a Forte Bravetta sono Guido Rattoppatore (operaio presso il deposito Atag di via Prenestina) e Brahanzo Bittler (ricordato come Bitler Franco), impresario teatrale di origine croata. Alle Fosse ardeatine furono invece massacrati il geometra aderente a Bandiera Rossa Aldo Banzi (abitante in via Mirandola 20, nel quartiere di Villa Fiorelli) e l’operaio del partito comunista Tito Bernardini, che risiedeva nella città giardino di Villa Serventi in via Adriano Balbi 20. Fu arrestato il 7 marzo 1944, probabilmente su delazione e condotto a Via Tasso, dove sembra sia stato torturato e accecato.

Aldo Banzi, foto tratta dal sito: www.mausoleofosseardeatine.it

Proprio Tito Bernardini è ricordato anche nella targa dei Caduti della cooperativa Termini di Villa Serventi, nel cuore della città giardino costruita dalla cooperativa, in piazza Copernico 10, come unica vittima massacrata alle Fosse Ardeatine.

Tito Bernardini, foto tratta dal sito: www.mausoleofosseardeatine.it

Un lungo elenco, composto da 30 nomi, ricorda le vittime dei bombardamenti Alleati. In basso la targa riporta il nome di 6 soldati morti sui campi di battaglia della seconda guerra mondiale:

Gino Lama, nato a Roma il 5/10/1916 e morto in Libia il 25/06/1942;

Libero Patteri, nato a Roma il 18/11/1917 e morto il 23/03/1942;

Umberto Galli, nato a Roma il 19711/1915 e morto in Russia il 09/01/1943;

Fulvio de Luca, nato a Roma il 2/03/1942 e morto il 1/12/1942;

Fulvio Fabiani, nato a Roma il 29/10/1915 e morto in Egitto il 31/10/1940;

Di Natale Nicolai e Aldo Fabiani non è stato possibile reperire notizie.

Targa commemorativa della Cooperativa Termini in piazza Copernico n°10

 

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