Centocelle: i murales di E.P.ART firmati da Diavù

Centocelle: i murales di E.P.ART firmati da Diavù

L’artista David “Diavù” Vecchiato sta ultimando le opere su due facciate del plesso “Massaia” dell’I.C. Artemisia Gentileschi. I due murales sintetizzano artisticamente quanto emerso nel corso del progetto E.P.ART, con un attenzione particolare al tema della memoria del quartiere, un bene immateriale da curare e valorizzare, grazie anche al ruolo attivo delle scuole.

E.P.ART Festival è un progetto promosso da Ecomuseo Casilino che nasce per innescare processi di musealizzazione diffusa nella periferia est di Roma attraverso la realizzazione di nuove opere di arte pubblica (Street Art). Il progetto è vincitore dell’Avviso Pubblico ESTATE ROMANA 2020-2021 ed è patrocinato dal Municipio Roma V.

Partito la scorsa primavera con una serie di assemblee tra cittadini, associazioni, scuole e imprese coinvolte attraverso un call pubblica, il progetto ha creato una vera e propria comunità di cura, persone che non hanno genericamente sostenuto l’iniziativa, ma l’hanno costruita insieme agli esperti dell’Ecomuseo Casilino, curando ogni aspetti: produzione, comunicazione, scelta della location, dei temi e dell’artista.

Uno dei laboratori online per la definizione della mappa di comunità

Il progetto sviluppato in onore del centenario del quartiere di Centocelle, ha prodotto da un lato le linee guida di un programma culturale di valorizzazione, dall’altro azioni di valorizzazione del territorio. Da giugno a settembre, infatti, si sono tenute diverse escursioni urbane che hanno consentito di scoprire e riscoprire il quartiere per tanti cittadini, e hanno consentito ai membri della comunità di testare sul campo i percorsi individuati durante le attività di partecipazione.

Uno dei laboratori scolastici del progetto

In autunno, con i laboratori presso le scuole e i centri anziani, si sono raccolte memorie e storie che raccontassero il quartiere da un punto di vista personale, una sorta di romanzo popolare e intimo, che ha consentito di arricchire la mappa di comunità che si è costruita insieme alla comunità di cura.

Un’esplorazione urbana del quartiere

Attraverso un percorso di valutazione, votazione e restituzione (attraverso incontri, esplorazioni e laboratori) la mappa è stata definita e poi inaugurato a dicembre, con due esplorazioni urbane. Ma la mappa sarà fruibile anche in modo interattivo, grazie ai QrCode disseminato lungo il tragitto e collegati alle schede di patrimonio redatte dai partecipanti al progetto.

Una delle attività didattiche con le scuole alla scoperta dell’archeologia del Parco di Centocelle

Tutto questo lavoro trova il suo compimento nell’opera dell’artista scelto dalla comunità di cura, David Diavù Vecchiato, che ha realizzato due murales in via Carpineto, sulle pareti del plesso Massaia dell’Istituto Comprensivo Artemisia Gentileschi.

Due opere che, da un lato, rielaborano temi, personaggi e storie emerse durante il processo, dall’altro esprimono un chiaro invito alla popolazione del quartiere a non disperdere quel patrimonio di memorie su cui si fonda l’identità del quartiere.

Sulle due pareti capeggiano due donne, una anziana e una giovane, l’una che guarda la Centocelle Storica (il passato), l’altra che guarda sfidante la Centocelle Nuova (il futuro).

Diavù al lavoro, coi suoi assistenti Antonio Caricchio e Benedetta Matteucci

Il murale si chiama Mi piacciono le storie… raccontamene un’altra, titolo liberamente tratto dal brano di Guccini Il vecchio e il bambino. E sono proprio le storie il legame tra il passato e il presente, tra due generazioni che rappresentano due mondi così lontani e così vicini.

La Centocelle dei migranti italiani, della resistenza, del boom e delle lotte per i diritti, si incontra con quella internazionale, dinamica e sperimentale proprio lì dove le opere sorgono. La scuola è il laboratorio ideale in cui le storie della bambina e dell’anziana possono confrontarsi, mescolandosi l’una nell’altra. Perché è il luogo in cui la memoria identitaria del quartiere può essere trasmessa e valorizzata, ma anche perché è il luogo in cui sarà possibile scrivere la storia della Centocelle che verrà. Quella che forse, un giorno, vedremo sul libro che tiene in mano la bimba.

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