Parco Somaini: un patrimonio per la periferia est

Parco Somaini: un patrimonio per la periferia est

Testo realizzato nell’ottobre del 2016 a valle delle attività di condivisione e co-progettazione con i cittadini e aggiornato con le ultime evoluzioni del quadro normativo e progettuale. [1]

Il Parco Somaini si trova nel Municipio Roma V ed è un ampia area verde che si estende lungo il perimetro disegnato da via dei Gordiani, via Belmonte Castello, Via Romolo Lombardi, Viale della Primavera, via Anagni.

Il Parco visto da via dei Gordiani

Situazione attuale

Il parco è un grande polmone verde di oltre 26 ettari a potenziale e diretto servizio dei popolosi quartieri di Centocelle, Gordiani e Villa De Sanctis, che ha sempre avuto una vocazione agricola, come testimonia il casale rustico, i corpi di fabbrica, la grande vasca e la stalla che vi si trovano al centro, dagli impianti agricoli antichi presenti su via Romolo Lombardi. Le attività di coltivazione sono andate avanti fino al recente passato (anni ’80) nell’area di fronte a P.zza Pio Pecchiali.

Dettaglio del casale, stalla e corpi di fabbrica presenti nel parco

Attualmente l’area verde sembra letteralmente “assediata” dalle costruzioni. Una larga fetta è stata erosa dal Centro Commerciale Primavera, un’ampia porzione è occupato dal cantiere della Metro C, altre porzioni sono occupate da costruzioni pubbliche e private susseguitesi nel corso della seconda metà del ‘900.

Oltre alla compressione del verde disponibile, appare evidente che il parco ha scarse connessioni con le altre aree verdi del territorio limitrofe nonché col tessuto dell’abitato, connotandosi di fatto come una “macchia verde” inaccessibile.

Vincolistica e inquadramento urbanistico

Il parco rientra integralmente nel Comprensorio Archeologico ad Duas Lauros (D.M. 21.10.1995) ed è perimetrata nel Piano Territoriale Paesistico Regionale come area naturale di continuità (Tavola A) e area di notevole interesse pubblico (lettera c e d beni d’insieme) come vasta località d’interesse archeologico (Tavola B).

Nella parte ovest del parco (quella che si affaccia su via dei Gordiani) insiste inoltre il vincolo archeologico Gordiani (DDR del Lazio del 05.02.2014), mentre nella parte sud (in prossimità di via Romolo Lombardi) sono stati individuati e censiti dalla Soprintendenza impianti agricoli di epoca romana. A ciò va aggiunto che all’interno del parco terminava il tracciato antico di via Labico (che probabilmente era servizio del Casale attualmente presente al centro dell’area).

Via Romolo Lombardi, impianti agricoli di epoca romana. Dettaglio del canale con lo speco (Anna Buccellato, Aggiornamenti alla carta delle evidenze archeologiche)

Rispetto al PRG del Comune di Rom vigente, l’area rientra nella Carta culturali e Paesaggistici (Carta della qualità) per la presenza di immobili ed aree di notevole interesse pubblico ai sensi dell’art.136 del D.LGS n°42 del 2004 e s.m.i. Nella Carta della Rete Ecologica, invece, il parco viene qualificato come “Verde della città consolidata da ristrutturare, da trasformare, dei progetti strutturanti, del sistema dei servizi e delle infrastrutture.

Infine, l’area ricade per una parte nel perimetro del Piano Particolareggiato Casilino SDO – adottato dal Comune di Roma nel 2002 ma mai approvato – e, in parte, nella Centralità locale Serenissima [2], definita dal vigente PRG (classificata come VI-3).

Sintesi grafica del perimetro del parco, del vincolo Ad Duas Lauros e dell’area interessata dalla centralità Serenissima – Elaborazione di Emilio Giacomi (Italia Nostra)

La battaglia per la tutela dell’area

L’Ecomuseo Casilino, sin dal 2010, insieme ad alcuni comitati locali e in seno all’Osservatorio Casilino, ha cercato di riportare l’attenzione sull’esigenza di tutelare l’area e renderla pienamente disponibile, acquisendo al patrimonio pubblico le aree attualmente private, riconnettendole a quelle pubbliche (porzione su via Anagni, ex Teatro Tenda, fascia di proprietà ATER su via dei Gordiani).

La nostra attività di tutela dell’area si è sviluppata nel tempo in primis attraverso la rivendicazione dell’importanza storica, paesaggistica, ambientale e culturale dell’area. Per tale ragione in seno all’Osservatorio Casilino abbiamo combattuto contro la l’ipotesi di variante al Piano Particolareggiato Casilino Sdo adottato nel 2002, contenuta in una mozione di giunta del 2012, che prevedeva la cementificazione di tutta l’area centrale del comprensorio, comprendente anche il Parco Somaini.

In questa lotta fu dirimente il riconoscimento della vigenza del vincolo paesistico Ad Duas Lauros (D.M. 21.10.1995), ritenuto invece annullato per una sentenza del TAR del 2006. Tale riconoscimento fu possibile grazie a una lettera alla Soprintendenza e a una diffida da parte di Osservatorio Casilino, Ecomuseo Casilino e Comitato di quartiere Tor Pignattara, da cui scaturì un’interpretazione autentica degli effetti della sentenza TAR da parte dell’Avvocatura di Stato, che ha confermato la vigenza del vincolo.

Successive azioni furono sviluppate nello specifico del Parco Somaini e, in particolare, con la richieste di presa di posizione ufficiale da parte della Soprintendenza su alcuni lavori sospetti sul perimetro del Parco, l’ente rispose con un documento che, nella sintesi della vincolistica presente, rende evidente la complessa stratificazione culturale e paesaggistica che insiste sul parco:

Roma, Municipio VI (ora Municipio V n.d.r.), Ex Borgata Gordiani, via dei Gordiani angolo via Belmonte Castello, Parco Somaini

Area gravata dalla dichiarazione di notevole interesse pubblico ai sensi della Legge n. 431/1985 art. 1, lettera m) con D.M. del 21/10/1995 (Comprensorio denominato “Ad Duas LAuros”)

Bene del Patrimonio Culturale, Sistema dell’Insediamento Archeologico, Viabilità Antica (P.T.P.R.. Tav. C/24 va 0598 fascia di rispetto 50 mt.)

Aree di sedime della demolita Borgata Gordiani sottoposta a tutela ai sensi della Parte Seconda del D.Lgs. n. 42/2004 Art. 10 comma 1 e 3 lettera d).

MIBACT, Febbraio 2013

La proposta progettuale

Questa complessità è stata portata all’attenzione dei cittadini, delle istituzioni e degli enti di ricerca attraverso l’attività di esplorazione urbana, ascolto delle istanze locali e progettazione partecipata (che ha coinvolto complessivamente 3.000 cittadini in 10 anni).

Questo processo ha portato all’elaborazione del Piano d’assetto dell’Ecomuseo Casilino che individua il Parco come parte integrante del territorio ecomuseale (dato riconosciuto anche dalla Regione Lazio con Determinazione al n°G13389 che ne ha anche sancito l’importanza regionale).

Il piano d’assetto insiste sull’esigenza di salvaguardare la rete ambientale del Comprensorio Casilino, creando percorsi (pedonali e ciclabili) che connettano tra loro le aree verdi esistenti (Villa De Sanctis, Villa Gordiani, Parco di Centocelle) e queste con il tessuto dell’edificato.

Nel caso di specie del Parco Somaini, quindi, l’area va integralmente resa disponibile ai cittadini, creando nell’itero perimetro dell’area verde un parco pubblico, attraverso l’acquisizione della zone attualmente private, creando (o migliorando) percorsi di accesso con Largo Agosta, con il complesso di via Tor de’ Schiavi, con le scuole e in generale con i quartieri di Centocelle, Villa De Sanctis e Gordiani.

Stralcio grafico del Piano d’Assetto relativo al Parco Somaini con evidenza dei tracciati di interconnessione con l’abitato e le altre aree verdi del Comprensorio – Elaborazione degli Arch. Romina Peritore e Giulia Papa (Ecomuseo Casilino)

Alla luce della complessità culturale, ambientale e paesaggistica sopra descritta, oltre ai servizi essenziali previsti in un’area verde urbana, il parco dovrebbe essere progettato per garantire la salvaguardia di questo tessuto patrimoniale, attraverso:

  • la valorizzazione della storia e della vocazione agricola dei luoghi con la creazione di spazi di formazione e produzione (orti urbani, fattorie didattiche, musei delle tradizioni contadine), recuperando all’uso comune il casale, la stalla e gli altri manufatti presenti;
  • interventi di forestazione (coerenti con le specie endemiche già presenti) che consentano di migliorare le condizioni ambientali di un territorio già fortemente compromesso;
  • la creazione di percorsi guidati (con apposita segnaletica e l’uso delle nuove tecnologie di fruizione) che consentano di ricollegare il patrimonio dell’area con quello dei quartieri che vi si affacciano;

Riteniamo che questa sia una sfida importante per l’amministrazione, nell’ottica di creare un’infrastruttura ecologico-culturale integrata capace di incidere in maniera decisiva sulla vita e sul benessere dei cittadini del territorio.


[1] Ringraziamo Emilio Giacomi (Italia Nostra) per contributi ed elaborati messi a disposizione

[2] Le cosiddette “centralità locali” sono disciplinate dall’art. 66 delle NTA (Norme Tecniche di Attuazione) del PRG.

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