Antica tenuta, di proprietà anche della congregazione religiosa dei certosini, poi ceduta ad altri proprietari, la Villa certosa, chiamata la Favorita, venne adibita a vigna e poi a casale di campagna, fino all’ultima proprietaria, la contessa Ojetti, che la cedette alle suore di Nostra Signora di Namur, una congregazione di origine belga, giunta a Tor Pignattara per aprire una scuola elementare.

Dopo l’edificazione del nuovo complesso scolastico nel parco adiacente, nella seconda metà degli anni Trenta le Suore di Nostra Signora di Namur ospitarono nella villa la congregazione religiosa delle Ancelle dell’Amore Misericordioso, fondata dalla suora spagnola Madre Speranza.

Negli anni ’90 la villa Certosa è diventata sede della congregazione delle Missionarie della Carità di Madre Teresa di Calcutta.

Dal borghetto degli Angeli a Villa Certosa

L’area era parte di una grande tenuta, conosciuta con il nome di Casetta degli Angeli, fino alla seconda metà dell’Ottocento di proprietà dell’Ordine dei Frati Certosini di Santa Maria degli Angeli.

Il quartiere attuale è il prodotto di una lottizzazione, avviata nel 1926 dall’ultima proprietaria della tenuta, la contessa Giuseppina Eleonora Ojetti Apolloni. Il progetto prevedeva due frazionamenti: il primo, quello del piccolo lotto lungo via di Villa Certosa e via Bartolomeo Genga, viene edificato a palazzine; il secondo, quello lungo via dei Savorgnan, viene frazionato e ceduto ad un consorzio di abitanti e conosciuto inizialmente come Borghetto degli Angeli. Contemporaneamente il casale di Villa Certosa, detto “La Favorita” viene donato dalla famiglia Ojetti Apolloni alle suore di Nostra Signora di Namur.

Durante la seconda guerra mondiale il quartiere subisce numerosi bombardamenti Alleati, mentre il contingente austriaco di stanza presso la stazione ferroviaria Casilina costringe gli abitanti a subire la presenza quotidiana dei soldati tedeschi.

Si costituisce un forte nucleo di Resistenza, armata e civile, che fa capo soprattutto a Bandiera Rossa, e che agisce attraverso il comandante Vincenzo Pepe. Un impegno che ha anche epiloghi tragici, come la fucilazione del partigiano Guerrino Sbardella (pietra d’inciampo in via dei Savorgnan n.52) e l’uccisione di Pietro Principato il 4 giugno 1944 (targa marmorea in via Galeazzo Alessi n.126).

Nel secondo dopoguerra il quartiere ha visto l’ampliamento della zona, con l’edificazione delle palazzine lungo via Galeazzo Alessi e via Filarete. Oggi la memoria del quartiere è legata anche alla tragica morte del giovane militante comunista Ciro Principessa, ucciso da un neofascista presso la sezione del PCI “Nino Franchellucci” in via di Tor Pignattara, dove svolgeva attività volontaria presso la biblioteca popolare.

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