Ormai quasi scomparsi perché soffocati dalla grande distribuzione e da stili di consumo non più connessi allo spazio del vicinato, gli alimentari del quartiere sopravvivono diventando monumenti di se stessi attraverso un processo di auto-patrimonializzazione che li porta ad enfatizzarne il “carattere nazionale” in un territorio divenuto multiculturale. I loro gemelli bangladesi, ben più numerosi, ovvero gli alimentari gestiti da giovani bangladesi (e non solo), appaiono al confronto semplici ed essenziali nell’allestimento rispetto ai loro omologhi nazionali.
L’alimentari italiano Mazzocco di via Bordoni, un po’ nascosto allo sguardo e visibile in uno scorcio dalla via Casilina, insieme al negozio di Vini e Oli della Marranella, all’alimentari Di Carlo di via di Acqua Bullicante e ad altre poche attività, rappresenta uno degli esempi di ciò che nel quartiere viene oggi sacralizzato come territorio di italianità; una italianità che nella comunicazione commerciale è enfatizzata in modo creativo e “manuale” con simboli nazionali (una fila di bandierine italiane messe all’entrata) e attraverso un overload di cartelli pubblicitari.
