Strada istituita con Delibera del Regio Commissario di Roma n°194 dell’8.02.1924: “Nuove strade presso il Campo di Aviazione di Centocelle”.

Oreste Salomone era nato a Capua nel 1879 e da giovanissimo si era avviato lungo il percorso della carriera militare, entrando all’Accademia militare di Modena. Ne uscì sottotenente del Corpo di Commissariato, ma gli interessi di Oreste Salomone erano altri rispetto ad una mansione che era di fatto una semplice funziona amministrativa. Tre anni dopo, nel 1909, il sottotenente assistette infatti agli spettacoli dimostrativi di Wilbur Wright e del suo Flyer III presso il Campo di Aviazione di Centocelle, intuendone le potenzialità nel settore dell’aeronautica militare.

La guerra Italo-Turca e la Grande Guerra

Due anni dopo, promosso tenente, partì per Tripoli: era scoppiata la guerra Italo-Turca per il controllo della Libia e Salomone fu assegnato come funzionario contabile in un ospedale da campo. Ma la passione per il volo lo spinse dapprima a chiedere di essere trasferito, sempre come amministrativo, nel reparto del corpo aeronautico e, successivamente, a conseguire il brevetto di volo presso la Scuola militare di aviazione di Aviano, nel 1912. L’anno successivo venne così inviato, come componente della Squadriglia monoplani Beirot, a Tobruk per sedare la rivolta dei ribelli nazionalisti libici e che gli valse la prima Medaglia d’argento al valore Militare. Tornato in Italia fu assegnato ad una Squadriglia di Beirot di stanza a Centocelle, dove perfezionò le sue tecniche di volo, diventando esperto anche in voli notturni in condizioni di plenilunio (gli aerei dell’epoca non possedevano nè fari nè, tantomeno, il radar) e conquistando il 22 aprile 1914 il record di volo in quota a 4700 metri.

Prima pagina de “La Domenica del Corriere” sul bombardamento di Lubiana 18 febbraio 1916

Promosso capitano allo scoppio della prima guerra mondiale, venne inviato al fronte con l’8a Squadriglia Nieuport nei pressi di Aviano, per poi essere trasferito nella Squadriglia bombardieri Caproni di stanza a Comina, vicino Pordenone e posto al comando di un bombardiere Caproni Ca300HP. Il 18 febbraio 1916 è una data che segna la storia dell’aviazione italiana, perchè si consumò il primo bombardamento di profondità. Le bombe caddero sulla città di Lubiana. Salomone volava con il tenente colonnello Alfredo Barbieri (osservatore e mitragliere) e il capitano Luigi Bailo (primo pilota) a bordo del Ca478 “Aquila Romana”. Il bombardiere venne colpito dalla contraerea austriaca, ferendo mortalmente il capitano Bailo, che perdeva così il controllo dell’aereo. Anche Oreste Salomone fu colpito di striscio alla testa, ma riuscì a riportare a terra il bombardiere e il suo compagno morto. Per questa azione Oreste Salomone ricevette il riconoscimento più alto mai tributato ad un pilota fino a quel momento, la Medaglia d’Oro al Valor Militare.  Ma il pilota restò emotivamente e psicologicamente provato dalla morte del capitano amico Bailo e stentò a riprendere la sua attività di pilota. Solo il 13 settembre, sette mesi dopo il bombardamento di Lubiana, Salomone riprendeva il comando di un bombardiere per colpire l’arsenale del Loyd a Trieste. Due mesi dopo fu trasferito presso il Battagliano Aviatori di Torino per poi tornare a comandare la 107a Squadriglia di Centocelle. Caporetto segnò anche per Oreste Salomone il punto più basso della sua storia militare: scrisse così una breve ma drammatica lettera al suo colonnello, sottolineando quanto dolore e sdegno provasse nel vedere l’esercito in ritirata e l’Austria riprendersi il controllo di quelle terre che erano state conquistate con il sacrificio di migliaia di soldati. Ma le dimissioni furono respinte e il comando militare rinnovato con il subentro del generale Armando Diaz. Il 24 dicembre 1917 Salomone venne promosso maggiore per meriti eccezionali e fu nominato Comandante del XIV Gruppo Aviatori a Padova. Morì durante il ritorno da un bombardamento il 17 febbraio 1918, nel cielo di Padova. Durante i funerali Gabriele d’Annunzio lesse il suo elogio funebre. Riposa nel cimitero di Capua e l’aeroporto della città è a lui intitolato.

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