Il Mausoleo di Sant’Elena sorge al III miglio dell’antica via Labicana (oggi via Casilina) e fu eretto da Costantino tra il 315 e il 326 d.C. È un mausoleo dinastico – eretto insieme alla Basilica circiforme in onore dei Martiri Marcellino e Pietro – in cui venne sepolta Elena, madre di Costantino. Il Mausoleo è oggi il simbolo del quartiere di Tor Pignattara a cui dà il nome.

Archeologia

Il Mausoleo, che sorge al III miglio sull’antica via Labicana (odierna Casilina), fu realizzato tra il 315 e il 326 d.C. e accolse fino all’XII secolo il corpo della madre di Costantino, Elena, morta intorno al 329 d.C. Il mausoleo ha una pianta circolare con diametro superiore ai 20 metri ed era alto in origine più di 25 metri. Nella parte ovest presentava un piccolo atrio rettangolare che, originariamente, lo collegava alla Basilica circiforme in onore dei Martiri Marcellino e Pietro.

Pianta della Basilica dei SS. Marcellino e Pietro e Mausoleo di Sant'Elena

Pianta della Basilica dei SS. Marcellino e Pietro e Mausoleo di Sant’Elena

La struttura realizzata in opera laterizia è costituita da un basamento cilindrico sovrastato da un alto tamburo. Il basamento si conserva quasi completamente, la porzione superiore è andata quasi completamente distrutta nella parte ovest, mentre è ancora in piedi a nord/est, dove presenta ancora parte della cupola.

Il basamento presentava internamente 8 nicchie alternativamente rettangolari e semicircolari coperti da volte a botte e a calotta. Il tamburo superiore era sovrastato da una cupola riccamente decorata a mosaico. La cupola aveva presentava nelle reni della volta due giri concentrici di anfore olearie iberiche, utilizzate forse per alleggerire il carico. Il crollo della cupola rese visibili le anfore e portò alla denominazione del monumento come Torre delle Pignatte o Torre Pignattara, da cui l’attuale toponimo Tor Pignattara.

Mausoleo Sant'Elena - Piranesi

Pianta del cilindro inferiore (sx) e superiore (dx) realizzata da G.B. Piranesi

Nella nicchia principale ad est (oggi murata) era posto il sarcofago dove venne tumulata Elena, uno splendido manufatto in porfido rosso che attualmente è conservato ai Musei Vaticani. Le splendide decorazioni in bassorilievo con scene di battaglia, hanno portato alcuni studiosi a ritenere che, originariamente, il sarcofago fosse probabilmente destinato ad accogliere le spoglie dell’Imperatore Costantino e che solo in un secondo momento fu usato per accogliere le spoglie di sua madre. Dopo che la salma di Elena venne traslata nella chiesa di S. Maria in Aracoeli, iniziò il lento declino del complesso

Sarcofago di Sant'Elena

Sarcofago di Sant’Elena

Dopo che la salma di Elena venne traslata nella chiesa di S. Maria in Aracoeli, il mausoleo divenne prima fortezza e in seguito abitazione.

Storia

L’area in cui sorge il Mausoleo di Sant’Elena è posta all’interno del possedimento imperiale definito nel Liber Pontificalis come “ad duas lauros” o inter “duas lauros”, ed era interessata da necropoli sin dalla tarda età repubblicana; successivamente (tra il II e III secolo d.C.), fu occupata dal cimitero degli equites singulares, la guardia personale a cavallo dell’imperatore. Anche i cristiani scelsero questo luogo per tumulare i propri defunti, tra cui martiri delle ultime persecuzioni, creando di fatto un importantissima meta di venerazione per la “nuova” religione di Roma.

Proprio in questa zona e sopra la catacomba che custodiva i corpi dei martiri – provocando così la distruzione della necropoli della guardia imperiale che egli stesso sciolse poiché si era schierata con Massenzio – Costantino, tra il 315 e il 326 d.C., realizzò la Basilica in onore dei martiri Marcellino e Pietro e il Mausoleo dinastico in cui verrà sepolta la madre Elena, dando così inizio alla cristianizzazione monumentale del suburbio.

Le spoglie di Sant’Elena riposarono nel mausoleo probabilmente sino al XII secolo, quando furono traslate nella chiesa di S. Maria in Aracoeli. Il sarcofago, invece, fu fatto portare in Laterano dopo qualche tempo. Nel XVIII secolo, per volontà di Pio VI, il sarcofago fu definitivamente portato ai Musei Vaticani, dove è tutt’ora conservato.

Dopo la traslazione della salma e lo spostamento del sarcofago, inizio il declino del Mausoleo. La proprietà passò alla chiesa di Roma e nei secoli ebbe diversi utilizzi (torre di guardia, abitazione, rimessa). Nel XVII secolo al suo interno fu costruita la chiesetta dedicata ai Santi Marcellino e Pietro, con annessa una canonica che successivamente fu ampliata nel XVIII secolo. La chiesa oggi è stata trasformata in un Antiquarium, che rappresenta il punto di arrivo di un progetto di restauro e valorizzazione del monumento, iniziato nel 1993 da parte dell’allora Soprintendenza Archeologica di Roma in collaborazione con la Pontificia Commissione di Archeologia Sacra.

Oggi, grazie alla sinergia tra Soprintendenza Speciale e Pontificia Commissione di Archeologia Sacra, il complesso monumentale è reso fruibile e aperto al pubblico in un percorso congiunto con le adiacenti catacombe.

PER APPROFONDIMENTI: SCHEDA DELLA SOPRINTENDENZA SPECIALE DI ROMA

Tipologia e vincolistica

  • Tipologia del bene: Culturale
  • Tipologia del vincolo: Areale e Diretto
  • Vincoli associati:
    • D.M. il 16 aprile 1987, vincolo diretto areale rappresentato su Carta dell’agro, Carta della qualità e P.R.G
    • D.M. il 18 marzo 1994 (Tor Pignattara), vincolo indiretto areale rappresentato su P.R.G e su P.T.P.R.
    • D.M. il 21 ottobre 1995 (Ad Duas Lauros), vincolo indiretto areale rappresentato su P.R.G e su P.T.P.R.

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Tipologia del bene

Culturale

Tipologia del vincolo

Areale e Diretto

Vincoli associati

D.M. il 16 aprile 1987, vincolo diretto areale rappresentato su Carta dell’agro, Carta della qualità e P.R.G; D.M. il 18 marzo 1994 (Tor Pignattara), vincolo indiretto areale rappresentato su P.R.G e su P.T.P.R.; D.M. il 21 ottobre 1995 (Ad Duas Lauros), vincolo indiretto areale rappresentato su P.R.G e su P.T.P.R.