È già stato soprannominato la “Cappella Sistina di Tor Pignattara” il tributo a Pier Paolo Pasolini nato dall’arte di Nicola Verlato. “Hostia” è un murales sorto a Roma, a Tor Pignattara, sulla facciata di una palazzina in via Galeazzo Alessi 215 nell’aprile del 2015.

Dieci metri di altezza per quasi sei di larghezza, acrilico su intonaco, che “biblicamente” rappresentano la morte del poeta, scrittore e regista, ucciso a bastonate e poi travolto da un’auto a Roma nel 1975.

La location non è casuale: il quartiere era uno dei più frequentati da Pasolini insieme al Quadraro, San Basilio, Ostiense e Tor Marancia. Il curatore Diavù ha fortemente voluto che l’opera fosse incastonata nel tessuto urbano del quartiere di Sant’Elena. Non tanto per rendere omaggio, ma proprio per collocare questa complessa riflessione sulla figura del poeta in un ambito che ancora mantenesse un legame forte, anche nel contemporaneo, con il paesaggio umano e sociale che Pasolini indagava.

L’opera “rappresenta la discesa del corpo di Pasolini al momento della sua morte. In alto si vede la figura del presunto assassino Pelosi e due giornalisti che lo intervistano. Pasolini precipita verso un luogo allegorico, una sorta di isoletta in cui trova se stesso bambino seduto sulle ginocchia della madre cui dedica i suoi primi versi, mentre si rivolge a Petrarca, suo mentore ideale a quel tempo” (Nicola Verlato). In basso a destra, si vede invece la figura nuda di Ezra Poud, icona letteraria del ‘900 quanto Pasolini ma portatore di un pensiero totalmente opposto. Verlato decide di accostarli in quanto entrambi, nella loro diversità, esprimevano dell’idea rivoluzionaria che l’arte fosse un agente trasformatore della realtà umana e civile. Come afferma l’artista, infatti, “credo che i due artisti siano accomunati dall’essere stati respinti dalla società […] ma speravano entrambi di essere poeti formatori della società stessa”. La nudità del poeta statunitense, invece, ci viene invece spiegata da Diavù: “Questo vecchio poeta, che ha dichiarato un po’ il suo fallimento nei confronti della poesia nell’intervista che gli fece Pasolini negli anni Sessanta, mettendolo, in un certo senso, a nudo.”

La Cappella Sistina di Tor Pignattara è interessante anche da un altro punto di vista, in quanto è un caso molto particolare di arte urbana di comunità. Pur essendo stata progettata e prodotto senza il coinvolgimento degli abitanti, lo stile, il tema, la curatela e il tempo dedicato dall’artista all’opera (e la conseguente partecipazione indiretta di molti al processo creativo) hanno cementato una relazione simbiotica col tessuto vivo del territorio. Per questo, quasi istantaneamente, l’opera è diventata subito una delle più amate dai cittadini del quartiere e Il “battesimo” popolare in “Cappella Sistina di Tor Pignattara”, ne segna la consacrazione a simbolo del quartiere, al pari di icone come il treno Roma-Giardinetti, monumenti come il Mausoleo di Sant’Elena o l’Acquedotto Alessandrino, edifici storici come il Cinema Impero o lo Scuola Carlo Pisacane.

Produzione: Sky ARTE
Curatore: David Diavù Vecchiato
In collaborazione con: Level 33
Con il supporto: I Love Torpignart (C.d.Q. Tor Pignattara ed Ecomuseo Casilino)

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Via Galeazzo Alessi 215, Roma

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