Strada istituita con Delibera del Regio Commissario di Roma n°3247 del 11.04.1927.

Giuseppe Cei nacque a Cascina, nella provincia di Pisa, il 25 gennaio 1889. Il mito di Cei, piccolo ingegnere provetto, iniziò fin dalle elementari, quando costruì un modellino di locomotiva per molti anni esposto nel piccolo museo della scuola. Di certo fu la frequentazione dei coniugi Bianchi a dare a Cei la possibilità di percorrere una brillante carriera scolastica a Lucca e poi trasferirsi a Parigi, dove si appassionò delle prime sperimentazioni sulle macchine volanti. L’occasione venne proprio dall’amicizia (che tanto animò il chiacchiericcio provinciale) fra Giuseppe Cei e l’affascinante ereditiera francesce Marie Isnard, che nel 1892 aveva sposato il medico fiorentino Aurelio Bianchi (di molti anni più anziano di lei) e che si era fatta costruire una residenza alla periferia di Cascina – Villa Isnard appunto – nel tipico stile nizzardo. Oltre alla meccanica, le prime passioni giovanili di Giuseppe Cei sono rivolte alla scherma, sport che coltivò negli anni del liceo e che gli valse la vittoria al concorso internazionale di Milano del 1908.

Dall’Italia alla Francia per diventare pilota

L’anno successivo i coniugi Bianchi finanziarono la trasferta parigina di Giuseppe, utile al conseguimento del titolo di ingegnere della Scuola superiore di costruzioni meccaniche e di aeronautica del Comandante Roche, iniziando le sue prime prove di volo presso il Campo di aviazione di Issy les Moulineaux. Ma fu a Parigi – allora capitale europea degli esperimenti sul volo – che Cei conseguì il brevetto di pilota, il 1° gennaio 1911.

Aveva appena compiuto 22 anni, aveva un brevetto da pilota, era spavaldo e desideroso di farsi conoscere dai parigini e nella cerchia dei primi piloti. Dopotutto l’aviazione di allora era molto simile ad una giostra medievale, un gioco pericoloso e riservato a pochissimi, nel quale si sfidavano giovani ben poco curanti dei reali pericoli che i primi esperimenti di volo comportavano. Giuseppe Cei si iscrisse a tante delle gare che si tenevano sul suolo francese. Il 28 gennaio tentò, senza riuscirci, di battere il record di altezza raggiunto in volo. Il 3 febbraio vinceva invece il primo premio Touche a Tout coprendo una tratta di 63.700 metri, battendo anche il record di velocità e l’11 febbraio vinceva il Premio delle Multe. Due mesi più tardi Giuseppe Cei realizzò il suo volo più famoso. Il 10 marzo, su un biplano Farman, il pilota toscano, alzatosi fino a quota 1800 metri, compì numerose evoluzioni a spirale attorno alla Tour Eiffel, mentre i parigini, increduli, lo guardavano con il naso all’insù. Lo spettacolare volo di Cei stupì anche il presidente della Repubblica francese Armand Fallieres, che pare lo abbia definito “Le roi de l’air“.

Venti giorni più tardi, il 28 marzo, Giuseppe Cei partì dal Campo di aviazione di Issy les Moulineaux diretto alle officine Ratmananoff a Suresnes per procurarsi un pezzo di ricambio per il suo biplano. Ma il vento forte e la pioggia gli fecero perdere il controllo del suo biplano Caudron e il pilota si schiantò presso l‘isola Rothschild a Puteaux. Il suo corpo fu trasportato in Italia, a Cascina il suo paese natale, dove fu sepolto.

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