Strada istituita con Delibera di Giunta Municipale N°8572 del 26.11.1974.

Francesco Zambeccari nacque a Bologna nel 1752,figlio del senatore Giacomo Zambeccari era un giovane dalla testa calda, insofferente alle regole della nobiltà e incline all’esplorazione e all’avventura. Ricevuta una rigida istruzione nel Collegio dei Nobili di Parma, si arruolò nella marina spagnola diventando ufficiale, fino a raggiungere le coste dell’america. Perseguitato dalla Santa Inquisizione spagnola rientrò in Europa nel 1781, prima a Parigi e poi, nel 1783 a Londra. Intanto era venuto in contatto con i primi sperimentatori del volo – i fratelli Montgofier su tutti – mediante i palloni aerostatici. Il 25 novembre del 1783 Francesco Zambeccari lanciò un modello del diametro di circa tre metri, dal Moorfields Artillery Ground: il pallone aerostatico rimase in volo per oltre due ore, atterrando infine intatto presso Graffam, a circa 75 chilometri di distanza. L’anno successivo, il 15 aprile, Zambeccari incantò Venezia con il volo di una  mongolfieraVenezia, alla punta della Salute.

Il “Volo Umano”

A Londra Francesco Zambeccari aveva conosciuto il connazionale Vincenzo Lunardi. Legati entrambi dalla passione per l’aerostatica, per un periodo avevano felicemente collaborato alla realizzazione del pallone a idrogeno che avrebbe portato Lunardi – solo lui – a volare il 15 settembre 1784. L’impresa in solitaria deluse Zambeccari, inducendolo alla rottura definitiva dei rapporti con il connazionale, ma di contro lo spinse ad impegnarsi con maggiore forza nell’impresa di tentare il volo umano. Il 22 marzo 1785 Zambeccari si alzava in volo nel cielo di Londra, con l’ammiraglio Vernon, superando i 3 000 metri di quota.

Nel 1787 si arruolò nella marina russa e partecipò alal guerra contro l’Impero Ottomano, finendo prigioniero a Costantinopoli per due anni. Liberato grazie all’intercessione del re di Spagna, tornò nella sua città natale, Bologna, sposando Diamante Zangrini. Qui si dedicò agli studi sul volo aerostatico, impegnandosi in esperimenti in Italia e in Inghilterra. Particolarmente noto fu il volo, effettuato sul pallone a doppia camera insieme agli allievi Pasquale Andreoli e Gaetano Grassetti, che Zambeccari realizzò nella notte tra il 7 e l’8 ottobre 1803, partendo dalla Montagnola di Bologna. Il pallone raggiunse una quota troppo elevata e i piloti persero conoscenza, ritrovandosi naufraghi nell’Adriatico. Tornati di nuovo coscienti, i piloti riuscirono a riprendere quota, fino a ridiscendere in mare nei pressi della costa istriana, dove furono tratti in salvo da una barca di pescatori. L’impresa ottenne comunque grande notorietà e Francesco Zambeccari ottenne nuovi finanziamenti economici da appassionati cittadini benestanti.

Il 21 settembre 1812, a bordo dell’aerostato levatosi in volo sempre da Bologna si sviluppò un incendio dopo l’urto contro un albero e per Francesco Zambeccari non ci fu scampo. Morì il giorno seguente e fu sepolto nella tomba di famiglia nella basilica di San Francesco in Bologna.

Per approfondire: Francesco Zambeccari

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