Altro luogo simbolo del quartiere è il Cinema Impero. Edificato nel 1934, in pieno regime fascista, dall’architetto Mario Messina, racchiude nel nome le speranze coloniali italiane del ventennio.

Storia del Cinema Impero

Il palazzo dell’ex Cinema Impero è la testimonianza storica di uno dei periodi più conosciuti e controversi dell’Italia. Costruito dopo la metà degli anni ’30 dall’architetto Mario Messina, lo stabile è la chiara testimonianza di un’epoca, quella fascista, in cui lo stile Art Decò, matrice del Razionalismo Italiano, lascia chiaramente la sua impronta su molteplici costruzioni del periodo che precede la Seconda Guerra Mondiale.

Questa è la fase di massima espansione italiana, che vede la proclamazione del re Vittorio Emanuele III di Savoia a Imperatore. La contiguità storico-politica delle colonie italiane degli anni ’30 con il Belpaese permise la diffusione di uno stile architettonico nelle terre oltre il Mediterraneo. La testimonianza diretta ci perviene dalla città di Asmara, in cui si cercò di plasmare gli spazi eritrei seguendo lo stile diffusosi in Capitale, dando vita a ciò che comunemente prende il nome di ‘Piccola Roma‘. Il cinema era uno dei punti di sviluppo della cosiddetta Valle della Marranella, che prevedeva oltre al cinema la scuola Giovanni Michelazzi (oggi Scuola Carlo Pisacane) e il primo nucleo dell’attuale ospedale Vannini.

Questo è il punto di intersezione tra via di Acqua Bullicante n° 121 – Roma e la capitale dell’Eritrea: il Cinema Impero. La struttura, che ne rappresenta un format, fu eretta non solo nella prima periferia di Roma, Tor Pignattara, ma anche ad Asmara, ricreando dei legami artistici che si svincolano dalle vicissitudini e delusioni create dal corso della storia.

Nella struttura romana si svolsero le attività cinematografiche fino agli anni ’70, periodo in cui abbassò le saracinesche. Da quel momento, il Cinema Impero divenne il ritrovo di vagabondi e senza tetto che contribuirono al progredire del degrado già portato avanti dal tempo.

Il proprietario dello stabile, Alessandro Longobardi, intraprese un progetto di riabilitazione e ristrutturazione del locale agli inizi del 2000, con destinazione di una parte dello spazio ad alloggi universitari per la ‘Sapienza – Università di Roma’. Tentativo di ripristino andato in fumo a causa di una possente e duratura occupazione che interessò lo stabile fino al 2010. Nel 2012 partì un movimento civico che ne sollecitò la riapertura e culmino nel progetto partecipativo Cantiere Impero.

Testo di Caterina Mirijello

Antropologia: da punto di riferimento a “fantasma urbano” a spazio rigenerato con il contributo delle comunità

Nei quaranta anni in cui ha funzionato come sala cinematografica, il Cinema Impero è diventato un punto di riferimento sia della propaganda e dell’intervento del regime nelle periferie che della vita di un quartiere in forte espansione. E’ entrato presto infatti nelle abitudini degli abitanti come luogo di svago quotidiano ed è rimasto rimasto fortemente impresso nella memoria locale anche dopo la sua chiusura definitiva negli anni Settanta del Novecento.

Dopo lunghi anni di sonno e di degrado a causa di una proprietà che non riesce a ristrutturalo e portarlo a nuova vita, il Cinema Impero, che ha un suo gemello omonimo ad Asmara in Eritrea in condizioni decisamente migliori, diventa simbolo di un desiderio di riscatto da parte degli abitanti. Nel 2012 diventa oggetto di un laboratorio partecipato da parte del Comitato di Quartiere di Torpignattara e dell’Associazione per l’Ecomuseo Casilino, denominato Cantiere Impero, finalizzato alla riqualificazione dello spazio come cinema o come centro polifunzionale per attività culturali.

Nel 2014 dopo anni di chiusura ha riaperto il primo piano della parte prospiciente Via Acqua Bullicante (nella parte dell’edificio che gli abitanti chiamano “la torre”). Nel 2015 4 dei 6 piani della torre sono stati adibiti a spazi per la formazione artistica (danza e teatro). Nel 2016 – conformemente a quanto previsto dal progetto partecipativo sopra citato – tutti e 6 i piani diventeranno una factory culturale con co-working, aule per la formazione teatrale, teatri di posa, laboratori.

Street Art: i “faccioni dell’impero”

Nel 2014 grazie all’iniziativa del Cantiere Impero (laboratorio di progettazione partecipata promosso dal Comitato di Quartiere di Torpignattara e dell’Associazione per l’Ecomuseo Casilino) furono realizzato quattro opere di street art nelle nicchie che un tempo ospitavano le locandine dei film proiettati nel Cinema Impero. L’autore delle opere è David “Diavù” Vecchiato uno dei massimi esponenti della street art romana che decise così di prestare gratuitamente la sua opera per sostenere il progetto di rigenerazione dello spazio.

Attraverso un sondaggio pubblico prima fra i promotori e poi con la popolazione dell’intorno del Cinema furono scelti i 4 soggetti da ritrarre: Anna Magnani, Mario Monicelli, Franco e Sergio Citti, Pier Paolo Pasolini. Tutti e quattro gli artisti avevano un legame diretto con il quartiere ed erano ricordati dagli anziani come frequentatori di Tor Pignattara.

Franco e Sergio Citti erano proprio della zona (nati e cresciuti alla Marranella). Anna Magnani quando fu impegnata nella realizzazione di Roma Città Aperta e Mamma Roma veniva spesso nel quartiere a mangiare nelle tante osterie di zona. Mario Monicelli girò nel quartiere (presso il monumento del Cannone) la scena finale del suo film Un borghese piccolo piccolo, ma in tanti lo ricordano anche quando veniva a fare le interviste ai manovali e operai della zona per comprendere la vita e la storia dei tanti immigrati dal sud Italia che vi risiedevano. Infine Pier Paolo Pasolini che oltre a girare scene di alcuni suoi film (Accattone, Mamma Roma) era di casa nel quartiere che frequentava abitualmente.

I cittadini parteciparono anche alla scelta della posizione dei diversi dipinti e furono spettatori attenti di tutto il processo, dando consigli e raccontando storie legate ai personaggi ritratti.

I mural furono danneggiati da un atto vandalico e, su iniziativa del Comitato di Quartiere Tor Pignattara, fu avviata una raccolta fondi che porto alla partecipazione di oltre 100 cittadini che donarono le somme necessarie per un restauro conservativo.

Il mural è stato prodotto dal Comitato di Quartiere Tor Pignattara e curato da David Vecchiato per il progetto M.U.Ro, in collaborazione con l’Ecomuseo Casilino.

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