Nacque a Civitella D’Agliano, in provincia di Viterbo, il 31 agosto 1897. Giovanissimo fu mandato al fronte nella Grande Guerra, dove fu decorato della Medaglia d’argento al valor militare. Tornato dal fronte al suo paese di origine, Angelo conobbe i soprusi del fascismo a pochi mesi dalla marcia su Roma. Nel 1923 suo fratello venne picchiato da un gruppo di camicie nere perché portava un garofano rosso all’occhiello. Angelo intervenne per difendere il fratello e da quel momento divennero entrambi oggetto di persecuzione politica a tal punto da costringere Angelo a trasferirsi a Roma, insieme alla moglie Giacinta e un figlio appena nato. Trovò un impiego come meccanico presso le officine dei trambus in via Prenestina e un’abitazione in via Fortebraccio nell’attuale quartiere del Pigneto. L’impiego presso l’azienda comunale non durò molto: il licenziamento arrivò come conseguenza del rifiuto di Angelo di iscriversi al partito fascista. Senza lavoro e con sette figli da mantenere, Angelo trascorse parecchio tempo impegnandosi in lavori saltuari, finendo per trovare impiego nell’edilizia, come molti immigrati di allora.

Angelo Galafati, foto tratta dal sito www.mausoleofosseardeatine.it

Angelo fu un antifascista convinto per tutto il periodo del regime e aderì al Movimento comunista d’Italia subito dopo l’8 settembre 1943, entrando a far parte della banda Demetrio, che operava nelle borgate di Primavalle e del Forte Boccea, in stretto contatto con il suo paese di origine. La sua casa entrò immediatamente nella rete di solidarietà con i soldati Alleati fuggiti dai campi di prigionia tedesca, ospitando militari polacchi, francesi e inglesi. Forse proprio la delazione di uno di essi portò i fascisti della banda di Pietro Koch a casa di Angelo, la sera del 13 (o 14) marzo 1944, lo stesso giorno in cui a Tor Pignattara le SS di Kappler decapitavano i Gap di zona. Nell’abitazione di via Fortebraccio n° 25 insieme ad Angelo vennero arrestati quattro soldati russi (probabilmente polacchi), un belga e un francese.

Abitazione di Angelo Galafati in via Fortebraccio n°25

 

Detenuto a Regina Coeli, fu assassinato dalle SS il 24 marzo 1944 alle Fosse Ardeatine.

 

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