Guerino Sbardella nacque a Colonna il 4 gennaio 1916. Trasferitosi a Roma, lavorò come operaio tipografo e aderì al Movimento Comunista d’Italia nel 1943, diventando caposettore della zona di Tor Pignattara-Villa Certosa, traformando la sua casa in via dei Savorgnan n° 52 in un deposito di armi e munizioni . Come tipografo ebbe il compito di stampare manifestini e volantini di propaganda antifascista e antinazista e alcune copie del giornale clandestino Bandiera Rossa. Nella sera dell’8 novembre 1943 operò presso il cinema Principe, nel quartiere Prati, con un lancio di volantini di propaganda antinazifascista: azione che si ripeté in tutti i cinema di Roma il 10 novembre 1943. Venne arrestato nella notte del 6 dicembre 1943 presso la sua abitazione di Via dei Savorgnan, nella quale le SS trovarono bombe a mano, proiettili di di fucile, armi di vario genere e copie di giornali comunisti. Interrogato e torturato a via Tasso, venne trasferito nel carcere di Regina Coeli, in attesa di essere processato. Tra il 28 e il 30 gennaio 1944 il Tribunale militare tedesco lo condanna alla pena di morte per fucilazione, insieme ai suoi compagni di formazione Ettore Arena, Benvenuto Baviali, Branko Bichler, Ottavio Cirulli, Romolo Iacopini, Enzio Malatesta, Carlo Merli, Augusto Parodi, Gino Rossi e Filiberto Zolito. A  Forte Bravetta il 2 febbraio gli 11 condannati sono fucilati da soldati tedeschi e uomini della polizia dell’Africa italiana.

Durante la detenzione, Guerrino Sbardella scriverà almeno tre lettere ai familiari, oggi conservate nell’archivio dellIstituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia Ferruccio Parri – Milano e qui consultabili.

La figlia di Guerrino Sbardella

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