Antonio Roazzi nacque a Serrone (Fr) il 17.02.1898. Durante gli anni del regime fascista abitava nella borgata popolare della Marranella, svolgendo l’attività di autista. Dopo l’8 settembre aveva aderito al Movimento Comunista d’Italia, diventando un vero e proprio corriere di prigionieri alleati fra la provincia di Frosinone – dove diede ospitalità fino a 20 soldati sbandati – e Roma, dove era in contatto con monsignor O’ Flaherty, organizzatore di una fitta trama clandestina che operava per nascondere i prigionieri Alleati. Il contatto con monsignor O’Flaherty impone ad Antonio Roazzi di intensificare la sua attività di trasportatore di soldati Alleati e anche la sua casa di Roma, in via Grazioso Benincasa a La Marranella diventò un nascondiglio più o meno sicuro per inglesi e americani, ma anche di armi e manifestini. Probabilmente fece parte del gruppo di partigiani e antifascisti che il 23 febbraio affisse numerosi manifesti di propaganda antifascista e antinazista nel quartiere di Tor Pignattara, dipingendo scritte sui muri contro l’occupazione nazifascista e inneggiando agli eserciti Alleati (Russo, Americano e Inglese). Durante un’operazione isolata e probabilmente su delazione di un vicino, le SS trovarono l’abitazione di Roazzi, dove fecero irruzione il 23 febbraio arrestando il camionista ciociaro. Sottoposto a torture per conoscere i nomi dei complici e accusato di favorire l’attività del nemico nascondendo soldati e armi, Roazzi non confessò mai i nomi dei suoi collaboratori. Fu prelevato dal carcere di Via Tasso la mattina del 24 marzo 1944 per essere fucilato alle Fosse Ardeatine.

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