Passeggiando su Via dell’Acqua Bullicante, sul marciapiede delle Scuola Carlo Pisacane, superati gli ex uffici municipali c’è un vecchio muro, di quelli che anticamente cingevano le proprietà terriere. Il muro oggi ospita un mural realizzato da David Vecchiato, Nicola Alessandrini e Lucamaleonte. Tre volti. Tre origini: cinese, bangladede, italiana.

L’intervento artistico, finanziato dal Comitato di Quartiere Tor Pignattara all’interno del progetto TorpignaLab, nasce come reazione all’omicidio di Muhammad Khan Shahzad avvenuto in Via Pavoni avvenuto il 18 settembre 2014. David Vecchiato si fa portavoce dell’esigenza di reagire in modo permanente, non con una manifestazione, non con volantino, assemblee o altro ma con un racconto. La narrazione del quartiere come spazio dell’accoglienza, da opporre alle barbarie politiche che lo vogliono dipingere come ghetto islamizzato o come luogo di risulta della città. Tor Pignattara è da sempre il luogo della migrazione. Ieri dalla provincia o dal sud Italia, oggi dall’est e dal sud del mondo. Da sempre questo territorio è il luogo in cui le persone arrivano, senza niente, e provano a costruirsi un futuro migliore. Ieri erano italiani. Oggi sono cinesi, bangladesi, peruviani, rumeni, filippini etc.

Da questa riflessione, figlia anche del lavoro di ricucitura della memoria condivisa del quartiere portata avanti dal Comitato e dalla Scuola Popolare di Tor Pignattara, nasce l’idea di una residenza artistica. I tre autori, per un mese, vivranno insieme a cittadini rappresentanti delle più diffuse comunità locali (cinese, bangladese e italiana). Si faranno raccontare la loro storia, la loro avventura, i loro sogni e bisogni.

Questa immersione profonda nella carne viva del quartiere, nelle memorie personali e nell’immaginario condiviso nasce l’opera dei tre artisti impressa sul muro di Via Acqua Bullicante 24.

Melting faces § Stories § District from Dioniso Punk on Vimeo.

La storia di Liu e della sua famiglia. Una storia d’amore. Padre e madre che fuggono dal paese d’origine per amore di una figlia – Liu – che stava nascendo e che, nella Cina dell’epoca, voleva dire perdita del lavoro e miseria.
La storia della famiglia Caporello che alla fine dell’800 dalla provincia laziale arriva a Tor Pignattara, costruendo il suo futuro pezzo dopo pezzo affrontando povertà e marginalizzazione.
La storia di Rupali una donna bengalese, vedova e cristiana (una minoranza nella comunità quasi totalmente islamica del quartiere) fatta di rinunce, difficoltà, marginalizzazioni ma di coraggio e amore per il proprio figlio.

Nascono così i 4 volti che possiamo oggi ammirare. Un mural che squarcia il velo d’ipocrisia che non vuole vedere come sono le cose, nella loro straordinaria complessità. Un viaggio emozionante nell’essenza profonda di un quartiere complesso, contraddittorio, stratificato, in uno dei momenti di maggiore tensione e intolleranza.

Un mural che celebra un quartiere, Tor Pignattara, nato dal meticciato di culture italiane, che ha resistito e combattuto il nazifascismo, che si è reinventato nel dopoguerra e che oggi un vero e proprio laboratorio della nuova Roma. Un Roma fatta di storie e passioni che vengono da tutto il mondo.

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