Bando delle periferie: un’occasione per bloccare il cemento e iniziare a costruire lo spazio dell’Ecomuseo Casilino

Bando delle periferie: un’occasione per bloccare il cemento e iniziare a costruire lo spazio dell’Ecomuseo Casilino
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Conosciamo tutti il cosiddetto Bando delle periferie emanato poche settimane fa dal Consiglio dei Ministri. Un atto importante che prevede 500.000.000 di euro destinati a progetti di recupero, trasformazione virtuosa e contrasto alla marginalizzazione dei territori periferici urbani.
Il bando prevede una dotazione di alcune decine di milioni di euro (non conosciamo esattamente la cifra) per il nostro Comune ed è alla luce di questa disponibilità potenziale che abbiamo deciso avanzare una richiesta tanto semplice quanto necessaria: utilizzare parte di quei fondi per l’acquisizione a patrimonio pubblico delle aree private del Comprensorio Archeologico Casilino Ad Duas Lauros.
Parliamo di decine e decine di ettari che costituiscono un polmone verde per l’area compresa fra Viale della Primavera, Via Casilina, Via Acqua Bullicante e Via Prenestina. In questi mesi, grazie al lavoro nostro e delle associazioni che ci stanno accompagnando, è finalmente venuta chiaramente alla luce la straordinaria densità di quest’area di Roma. Storia, Archeologia, Antropologia, Arte, Paesaggio sono i tratti distintivi di una spazio che non è solo “presidio” ambientale ma ricchezza da valorizzare, punto di partenza per una riconfigurazione non solo urbanistica ma anche economica e sociale dell’area.
Nonostante questo, l’assenza di una chiara pianificazione urbanistica e le manovre speculative (l’ultima in ordine di tempo quella che ha portato alla costruzione del LIDL) stanno mettendo a repentaglio l’area che, ricordiamo, è vincolata paesaggisticamente e inserita nel contesto del PTPR. Sono in atto strategie di concentrazione delle proprietà private che sono il preludio ad un nuovo attacco al verde scagliato dai soliti noti. Non possiamo permetterci di perdere questo valore naturalistico (e di salute pubblica) e culturale.
Per questo motivo chiediamo al Muncipio Roma 5 e al Comune di Roma di farsi carico di una progettazione esecutiva nel contesto del bando delle periferie che preveda prima di tutto l’acquisizione delle aree del Comprensorio Casilino al patrimonio pubblico ed in particolare:
  • l’area verde compresa fra Via Casilina, Via Labico, Via dei Gordiani e confinante col perimetro dell’attuale Villa De Sanctis
  • l’area verde compresa fra Viale Telese, Via Teano, Via Prenestina
  • l’area verde compresa fra Via Labico, Via Acqua Bullicante, Via Teano e Via San Vito Romano
  • l’area verde attualmente privata del Parco Somaini.
Secondariamente chiediamo che vengano avviati:
  • la bonifica e la messa in sicurezza di tutto il comparto ambientale e naturalistico (con particolare attenzione alle aree con cavità e conclamato dissesto idrogeologico)
  • un piano di ricerca e studio negli ambiti culturali e ambientali del territorio attraverso la creazione di nuovi presidi di ricerca, interpretazione del territorio e il sostegno dei centri di documentazione e studio esistenti
  • Avvio di un piano di riqualificazione, ristrutturazione e valorizzazione dei beni culturali e naturali esistenti
  • Progettazione di un piano complessivo di promozione dell’area dal punto di vista culturale e naturalistico
Contestualmente chiediamo alla Regione Lazio di mettere in calendario la discussione della Legge Regionale sugli Ecomusei già approvata in commissione cultura e che giace nei cassetti della Pisana da quasi due anni.
Sono anni che le cosiddette “periferie” riempiono le pagine dei giornali più o meno a sproposito. Sono anni che si fanno piani, progetti e riunioni. Ora c’è la possibilità di avviare seriamente un’azione concreta di riqualificazione di una vasta area del Municipio Roma 5 in ottica sostenibile, ecologica, economicamente declinata ai modelli circolari e collaborativi.
Il primo passo per questa pianificazione è la piena disponibilità pubblica delle aree. Sono anni che lo chiediamo e ora c’è ne è la concreta possibilità tecnico-economica.
Ci facciamo portavoce dell’esigenza di una progettazione seria ed ambiziosa che archivi definitivamente una politica del suolo predatoria e un modello economico che non restituisce valore, ma anzi lo concentra in mano a pochi impoverendo il tessuto economica, sociale e culturale dell’area.
Abbiamo ampiamente dimostrato che l’Ecomuseo può essere un possibile strumento di questa pianificazione:
  • è basato sulla ricerca, lo studio e la valorizzazione del punto di vista delle comunità
  • è capace di mettere in moto scenari economici innovativi fondati sulla circolarità, la collaborazione e la sostenibilità
  • punta alla valorizzazione dell’esistente (economico e culturale, edilizio e naturale), lo restituisce ad una fruizione pubblica e ad una progettazione partecipata.
Il nostro progetto, le nostre competenze, la nostra passione è a disposizione. Purché si abbia la volontà seria di superare la logica delle emergenze, del baratto del suolo, del consenso pesato a cemento. Se c’è veramente voglia di realizzare l’Ecomuseo Casilino Ad Duas Lauros, di proporre un modello nuovo di riqualificazione delle periferie, di fare veramente gli interessi diffusi delle comunità, questo è il momento di dare un segnale. Forte e chiaro.
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