Da Largo Pettazzoni, andando verso il Parco Sangalli, guardando sulla sinistra, scorgiamo un’opera d’arte muraria, di chiara ispirazione cubista, che abbellisce una piccola “casa-torre” al centro del borghetto alessandrino.

L’autore, Alexey Luka, viene da Mosca e compone collage di volumi e forme astratte capaci di porsi come ideale raffigurazione di concetto, luoghi e oggetti.

In quest’opera – situata in Via dell’Acquedotto Alessandrino 22 e prodotta dalla galleria Wunderkammern – Luka riflette sul concetto di “estraneità” (Straniera è il titolo dell’opera), giocando sulla destrutturazione del volto di una persona. Un processo di iper esposizione di forme e colori che di fatto produce l’eliminazione (per eccesso) di quei tratti a cui siamo abituati ad attribuire qualità connotative legate a provenienza, etnia, etc. I tratti che ci fanno dire “è uno straniero, è una straniera”.

Il volto, una volta destrutturato, perde ogni riferimento a una presunta “differenza” qualificante e quello che vediamo torna ad essere semplicemente un volto. Il volto di un essere umano e, per estensione, dell’umanità tutta: necessariamente composita, complessa e molteplice.

La voce degli abitanti

Io abito proprio qui di fronte e il murale mi è sempre sembrato astratto e di difficile comprensione, anche per il fatto che l’opera è sbiadita e degradata. La street art è effimera, decade con il tempo e invecchia con il territorio circostante, forse questo murale ha avuto un invecchiamento precoce.
Simone, abita nel quartiere

Mi è sempre piaciuta tantissimo perché mi ricorda il cubismo. Poi la forma del palazzo si addice a questo disegno. Me lo guardo spesso. Peccato si stia rovinando, andrebbe restaurato.
Monia, lavora nel quartiere

Lo trovo un capolavoro. È la negazione del concetto stesso di “essere straniero” [fa il simbolo delle virgolette con le dita – n.d.r.], è un messaggio di uguaglianza fatto con i colori. E poi l’attenzione ai colori per essere coerente con il contesto. Davvero stupendo.
Roberto, abita nel quartiere

Mi sembrano tante persone diverse tutte disegnate in modo strano. Io disegnavo un po’ così quando ero più piccola. [Viene fatto notare il titolo dell’opera] E però non sembra straniera la faccia, perché è di tutti i colori e di tutte le forme.
Martina, studentessa della Scuola Carlo Pisacane

È bello per i colori e pe il disegno, però non lo capisco. Cioè ho capito che è un’opera d’arte e me ricorda pure qualche quadro, però non capisco cosa voglia dire. Ma è comunque bello da vedere. Mi piacerebbe capirlo di più. [Gli viene fatta una sintesi della possibile interpretazione contenuta in questa scheda – n.d.r.] beh sì, in effetti può essere, così c’ha un senso… se capisce de più. Certo sempre a parla’ degli stranieri però!
Emanuele, abitante del quartiere

Produzione: Wunderkammern
Curatela: Wunderkammern
Foto: Luisa Fabriziani
Con il supporto di: Comitato di Quartiere Tor Pignattara

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