Indirizzo
Chiesa Parrocchiale di Sant'Elena, Roma
GPS
41.8872313, 12.526202
La parrocchia di Sant’Elena si trova a Roma, nella storica zona del Pigneto (quartiere Prenestino-Labicano), sulla via Casilina nel Municipio Roma V.
Fa parte della XIV Prefettura – Settore Est della diocesi di Roma.
La storia
La parrocchia fu voluta da Pio X a ricordo del 1600° anniversario dell’editto di Milano del 313, quando gli imperatori romani Costantino I e Licinio riconobbero la religione cristiana come religione lecita e legittima all’interno dell’impero; e fu dedicata alla madre di Costantino, l’imperatrice Elena.
L’erezione ufficiale della parrocchia avvenne il 19 marzo 1914 con la costituzione apostolica “Quo iam pridem”. Sant’Elena ricevette i titoli ed i redditi della soppressa parrocchia dei Santi Quirico e Giulitta al Foro di Augusto. Dal 1985 ha assunto il titolo cardinalizio di Sant’Elena fuori Porta Prenestina.
La chiesa sorge nel “quarto di Sant’Elena”, che appare in documenti dell’ultimo periodo del secolo XIV. Un atto del notaio A. Scambi del 10 maggio 1379 menziona una vigna di otto rubbi (ettari 14,7) sita “in quartum qui dicitur sancta Erina”. Il priore del monastero di S Maria Nova al Foro il 15 ottobre 1382, vende i frutti delle “terre da sancta Helena” per atti del notaio capitolino Venettini. La tenuta di Sant’Elena confinava con il Casale di San Giovanni in Laterano e con il Casale di Santa Croce in Gerusalemme. Il monastero di Santa Maria Nova vendette il 25 novembre 1424 al capitolo lateranense 2 pediche di 25 rubbi (ht 46,2) per atti del notaio capitolino Nardo Venettini (Arch. Cap., Sez. I, t. 785 bis, vol. 10 f. 186).
La chiesa fu edificata su progetto dell’architetto Giuseppe Palombi tra il 1913 ed il 1914; fu aperta al culto il 2 aprile 1914 e consacrata solennemente il 17 settembre 1916.
La parrocchia è stata retta quasi fin dalla sua fondazione dall’ordine religioso degli Oblati di Maria Vergine. Dal 2003 è tornata al clero diocesano di Roma.
Il 19 marzo 2014 la comunità parrocchiale ha solennemente celebrato il suo primo centenario.
La figura di Padre Raffaele Melis
Sul muro di cinta ferroviario, all’altezza della discesa di via del Mandrione sulla via Casilina, è posta una croce di travertino a ricordo del parroco Raffaele Melis, colpito dal secondo bombardamento anglo-americano sulla città di Roma del 13 agosto 1943, che colpì il trenino, pieno di rimpatriati dall’Africa, dell’allora ferrovia Roma-Fiuggi-Alatri-Frosinone: padre Melis rimase ucciso mentre soccorreva i feriti e fu trovato con una mano che stringeva il vasetto dell’olio santo e con l’altra ferma nell’atto dell’assoluzione. Oggi il corpo di Melis, riconosciuto Servo di Dio, riposa all’interno della chiesa.
Targa ai caduti del quartiere Porta Maggiore
In via Casilina 205, sulla facciata della chiesa parrocchiale di Sant’Elena, si trova una targa commemorativa dei soldati morti durante la Prima Guerra Mondiale.
Vuoi approfondire questa risorsa? Entra nella scheda dedicata alla targa ai caduti del quartiere Porta Maggiore.
La parrocchia nella storia cinema: Roma città aperta
Presso la Chiesa di Sant’Elena e lungo il tratto di via Casilina del quartiere Pigneto sono state girate diverse scene di Roma Città Aperta di Roberto Rossellini. Una location “centrale” perché gravita attorno all’operato di Don Pietro, parroco di zona che aiuta la resistenza romana, pagando con la propria vita l’impegno nella lotta al nazifascismo.
Don Pietro è sicuramente ispirato alla figura di Don Pietro Pappagallo, sacerdote ucciso nel ’44 alle Fosse Ardeatine, ma che è un personaggio che simboleggia tutti i “parroci resistenti” del periodo, come Don Gioacchino Rey, Don Morosini nonché Padre Raffaele Melis, parroco di Sant’Elena, morto sotto i bombardamenti del ’43, che viene ricordato nella targa posta in via del Mandrione.
Note sul film
Roma città aperta è un film del 1945 diretto da Roberto Rossellini ed è una delle opere più celebri e rappresentative del neorealismo cinematografico italiano. È il film che fece acquisire notorietà internazionale ad Anna Magnani (che vinse l’Oscar come attrice non protagonista nel 1946), co-protagonista insieme ad Aldo Fabrizi, qui in una delle sue interpretazioni più famose.
La storia del film ricostruisce quella vera di Teresa Gullace e Don Giuseppe Morosini, nella città “liberata” e lacerata nell’anima, impaurita dalle retate nazifasciste, la ferocia e dove alberga la fame, la borsa nera e la morte è in agguato.
È il primo film della Trilogia della guerra antifascista diretto da Rossellini, a cui seguiranno Paisà (1946) e Germania anno zero (1948). In virtù del suo grande successo, il film ha a lungo definito l’immagine dell’occupazione tedesca di Roma e della Resistenza romana nell’immaginario collettivo.
Opening Hours
Lunedì
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Martedì
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Mercoledì
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Giovedì
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Venerdì
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Sabato
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Domenica
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