Il rapporto ISTAT sul settore dei musei (29 gennaio 2019) riporta un dato significativo: nel 2017, quasi un terzo dei musei italiani non raggiunge i mille visitatori annui. Si tratta di un dato allarmante, nell’anno in cui il sistema ha registrato il massimo storico di visitatori.
Questi dati sconfortanti – in quanto principalmente inerenti alla rete dei piccoli musei diffusi sul territorio – rappresentano un termine di paragone rispetto alla nostra attività, al fine di valutare il coinvolgimento e gli impatti del nostro progetto.
In particolare crediamo sia utile confrontare il dato esposto nel rapporto, con quelli prodotti a partire dal 2017, anno in cui abbiamo concluso l’attività di ricerca preliminare, abbiamo completato insieme ai cittadini le mappe di comunità e avviato l’attività di restituzione e coinvolgimento dei cittadini.
Nel 2017 abbiamo coinvolto complessivamente oltre 1500 persone: quasi la metà attraverso i walklab, il resto con i laboratori di comunità, le attività espositive ed eventi pubblici.
Il 2018 ha visto raddoppiare il numero delle persone coinvolte mentre le percentuali di presenze rispetto alle diverse tipologie di attività sono rimaste stabili.
La prima parte del 2019 racconta di un trend in crescita, che prevediamo porterà ad un incremento del 50% di presenze totali rispetto al 2018. Il dato interessante è la stabilizzazione delle presenze prodotte dai walklab e l’incremento delle percentuali attribuibili alle altre voci (convegni, mostre, eventi, laboratori), che segnalano la polifunzionalità nella fruizione delle attività dell’Ecomuseo Casilino.
Per quanto riguarda le persone coinvolte, il 60% proviene dal territorio ecomuseale (centocelle, pigneto, quadraro e tor pignattara), il 35% dalla città di Roma ed il restante 5% da fuori città, con una buona percentuale di turisti stranieri, a riprova dell’interesse verso la fruizione di itinerari e luoghi alternativi rispetto alle mete classiche. La specificità di raccontare il territorio a chi lo abita rimane un fattore preponderante, e rappresenta per noi un importante risultato, in quanto l’attività di ricostruzione del rapporto emotivo-immaginativo tra territorio e comunità è da sempre uno degli obiettivi principali della nostra ricerca.
Questi dati sono in grado di raccontare l’evoluzione di un’attività di sviluppo locale che dopo aver puntato sulla dimensione sociale e culturale sta iniziando a generare impatti economici per il territorio. Essi riguardano in particolare i servizi di ristorazione, ospitalità e trasporto pubblico.
Si tratta di dati che disegnano una tendenza chiara, un orizzonte possibile per un territorio che ancora viene dipinto come terra di risulta e che invece, grazie ai tanti che ogni giorno promuovono questo pezzo di città, si dimostra capace di creare un prospettiva di sviluppo sostenibile a base culturale.
È importante presidiare il territorio, salvaguardarne la ricchezza culturale, promuovere i servizi locali, fare ricerca ed inclusione, elementi imprescindibili su cui fondare ogni reale strategia di salvaguardia e valorizzazione.
Di seguito alcuni grafici riassuntivi di quanto esposto