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Ecomuseo Casilino e partecipazione

Ecomuseo Casilino e partecipazione

L’Ecomuseo Casilino ad Duas Lauros nasce come atto di positivo esercizio alla partecipazione alla vita culturale, sociale e politica del territorio e si declina in diverse azioni pubbliche, tutte ispirate o costruite attraverso la diretta partecipazione dei cittadini.

Il contesto locale

Tra la fine degli anni ’90 e l’inizio del 2000 l’attuale Municipio Roma V (nato dalla fusione degli ex Municipi VI e VII) è teatro di un’intensa attività associativa che richiede alle istituzioni una maggiore condivisione di scelte e soluzioni in materia di trasformazione urbana.

Queste istanze, che si ispirano al “Regolamento per l’attivazione del processo di partecipazione dei cittadini alle scelte di trasformazione urbana” del Comune di Roma (Delibera C.C. Roma n. 57/2006) e nell’art. 15, comma 8, del P.R.G. , spingono l’istituzione municipale a reiterate comunicazioni e determinazioni rivolte all’Autorità comunale ed alle altre Autorità competenti. Sono richieste che rendono evidente l’esigenza di un maggiore coinvolgimento dei cittadini nella progettazione delle strategie di sviluppo, dei servizi culturali e sociali, della pianificazione urbanistica del territorio.

È un humus fecondo che nutra l’esigenza di diverse realtà locali di cambiare il destino del cosiddetto Comprensorio Casilino ex SDO, ampia area verde di 144 ettari di proprietà mista, che rischiava di scomparire sotto una coltre di cemento.

L’Ecomuseo come esercizio del diritto alla partecipazione

L’elemento che caratterizza l’approccio inaugurato dall’Ecomuseo Casilino non è di favorire solo l’adesione ad una proposta vertenziale rivolta a questo o quel soggetto pubblico e privato, ma di favorire l’emersione di un sentimento collettivo nei confronti del territorio di riferimento, in particolare al suo statuto patrimoniale. L’intuizione è quella di ricostruire una connessione sentimentale tra cittadini e territorio, strada obbligata per rendere i cittadini capaci di essere soggetti attivi nei processi di tutela e salvaguardia e corpo unitario capace di fare pressione collettiva nei confronti del soggetto pubblico o privato verso cui è rivolta l’azione vertenziale.

Questa modalità operativa, ovviamente, non può esaurirsi in transitorie “iniziative” né in momenti assembleari in cui non spesso non ricerca la condivisione di obiettivi e punti di vista, ma il mero consenso a una posizione data. Per tale motivo l’Ecomuseo Casilino, sin dalla sua fondazione, ha promosso iniziative pubbliche, aperte a tutte, disseminate nel territorio attraverso il coinvolgimento di enti ed associazioni dei diversi quartieri che compongono il mosaico territoriale.

Altro elemento di novità è che l’oggetto della partecipazione non è solo l’adesione alla piattaforma vertenziale, ma anche la definizione dei contenuti della stessa, nonché la natura, gli obiettivi e le metodologie operative dell’organizzazione che promuove l’iniziativa. Infatti, attraverso incontri, laboratori, esplorazioni, seminari, interviste e presentazioni l’Ecomuseo ha reso “leggibile” e “partecipabile” il processo stesso, per poi coinvolgere le persone interessante a svolgere le attività che caratterizzano la mission dell’ente (salvaguardia e valorizzazione del Comprensorio ad Duas Lauros) e, solo alla fine, ha chiesto di poterle rappresentare anche nei contesti di interazione con la pubblica amministrazione.

Nel corso del tempo, grazie proprio a questi momenti di condivisione con associazioni, cittadini ed enti pubblici e privati, è emersa l’esigenza di fare dell’Ecomuseo Casilino un attore con la vocazione principale di collettore delle esperienze, ricerche e studi volti alla salvaguardia e valorizzazione del Comprensorio ad Duas Lauros e dei quartieri che vi si affacciano. Ciò ha portato a calibrare le diverse iniziative puntando da un lato alla co-costruzione del processo di patrimonializzazione (e quindi riconoscimento del valore del territorio, delle sue identità e patrimonio al fine di creare una cittadinanza consapevole e reattiva), dall’altro nell’individuazione degli ambiti specifici di valorizzazione e salvaguardia, allargando lo sguardo oltre il perimetro imposto dagli studi tradizionali.

I processi di coinvolgimento del territorio

Sono stati promossi diversi percorsi di coinvolgimento finalizzati sia alla diffusione, aggiornamento e modifica del processo di costruzione ecomuseale, sia alla creazione dei contenuti e delle relazioni necessari a identificare in modo collettivo il patrimonio dell’Ecomuseo Casilino:

  • Ecomuseo dei ragazzi e delle ragazze: progetto di conoscenza del territorio rivolta alle scuole medie e superiori del Municipio Roma V;
  • Ecomuseo dei bambini e delle bambine: progetto di censimento e mappatura del patrimonio culturale dal punto di vista degli studenti delle scuole elementari del Municipio Roma V;
  • Giornate del Territorio: ciclo annuale di incontri per la restituzione della ricerca ecomuseale, networking con realtà locali, incontro con istituzioni, enti e realtà locali;
  • Scuola Popolare di Tor Pignattara (oggi Scuola del Patrimonio): ciclo di formazione finalizzato a formare nuovi facilitatori e nuove professionalità del settore in ambiti come la progettazione europea, il rapporto con le istituzioni, il turismo sostenibile, l’urbanistica partecipata;
  • EcomuseoLAB: laboratori partecipativi a cui hanno preso parte oltre 1.300 cittadini del territorio e finalizzati alla progettazione condivisa dello spazio urbano (i più grandi sono stati quelli per la co-progettazione dell’ex Cinema Impero e per la co-pianificazione del comprensorio Casilino);
  • Patrimonio quotidiano: ciclo di incontri presso centri anziani, spazi associativi, sedi di partito, sedi sindacali, parrocchie, centri di aggregazione giovanile e centri per rifugiati per raccontare e illustrare il patrimonio culturale;
  • Patrimoni quotidiani: ciclo di visite guidate ai luoghi simbolo del patrimonio culturale locale;
  • Progetti di ricerca integrati: attività finalizzata allo studio del territorio nelle diverse articolazioni patrimoniali, alla creazione di nuovi possibili ambiti patrimoniale da portare in negoziazione con i cittadini e all’analisi della “cultura organizzativa” dell’Ecomuseo al fine di rintracciare ambiti da aggiornare, modificare o sviluppare.

Un percorso che ha tenuto insieme diverse azioni di quelle elencate è stato il progetto Itinerari sentimentali, partito nel 2016 e terminato nel 2018 che ha portato da un lato alla definizione del primo gruppo di itinerari/percorsi che costituiscono il cuore del progetto ecomuseale nell’area di Tor Pignattara/Villa De Sanctis/Prenestino-Labicano, dall’altro a discutere la governance dell’ecomuseo e le modalità di relazione con al amministrazioni pubbliche.

Dal 2017 in poi, con il programma Co.Heritage attraverso attività di storytelling, laboratori e seminari, abbiamo coinvolto centinaia di cittadini di origine straniera nella mappatura del patrimonio culturale dal punto di vista dei cittadini di origine straniera. Un percorso particolarmente sfidante che ha consentito di intercettare lo straordinario patrimonio immateriale di cui sono produttori e custodi diverse comunità di origine straniera.

Il percorso dell’Ecomuseo Casilino, quindi, è un processo autenticamente partecipativo, che ha portato a definire tutti gli aspetti costitutivi dell’ente (statuto, governance, approccio, patrimonio) attraverso la condivisione e attraverso la diretta partecipazione dei cittadini. Questo ha reso possibile costruire l’attuale rete di percorsi di fruizione del patrimonio, che costituisce un patrimonio a sé, totalmente co-costruito, che può essere considerato la base di una nuova narrazione collettiva pienamente a disposizione di tutte le realtà impegnate nella difesa e valorizzazione del territorio.